Jimmy

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sabato 16 gennaio 2016

Ancora a proposito di "CON I PIEDI IN TERRA CON LUCE TRA LE NUVOLE"



CON I PIEDI IN TERRA CON LUCE TRA LE NUVOLE

Sotto le arcate della vecchia e disorganizzata ma prestigiosa e affascinante Accademia di Brera ci siamo conosciuti.
O meglio, “ci siamo conosciuti meglio”.
E’ lì che è nata l’idea di questo lavoro. Una mostra a due, una bi-personale.
Un lavoro d’insieme ma allo stesso tempo in assoluta autonomia. Che parlasse di noi, ma contestualmente facesse emergere le nostre peculiarità.
Dopo ore di parole, pensieri, tesi e riflessioni, bicchieri di vino, fogli, pennelli e tante idee è nato il progetto: “Con i piedi in terra con luce tra le nuvole”.

L’OPERA/INSTALLAZIONE

Un grande dipinto: la fine di una scala che sembra voglia far capolinea in cielo, dove in esso sostano alcune nuvole, candide.
Il tutto chiuso però, da due strisce di colore scuro, a modi confine.

A lato, sempre appesa alla parete, una gabbia per uccellini, chiusa, ed all’interno di essa una lampadina accesa.

A terra un’altra gabbietta, aperta, da dove sono usciti decine di disegni, schizzi, piccole opere, impilati uno sopra l’altro come se fossero un tassello, un mattone, di un grande Totem.

Sopra questo Totem trovano collocazione due sagome di piedi dipinti di rosso, che riportano visivamente all’inizio della scala rappresentata sopra il dipinto.
Rappresentando l’inizio, l’origine, la parte terrena, dove tutto nasce e si costituisce.

Tutto intorno una composizione composta da più tele di forte impatto visivo e di grande ironia create da Ciro Casale, quasi come fosse la cornice ideale che va a completare completare, a chiudere l’installazione di Gianmaria Milani.
L’intera composizione, fatta di uccellini dipinti che volano e vengono presi di mira, da un ipotetico e fantomatico cacciatore, carica di forte drammaticità la scena posta davanti allo spettatore.

Il cielo è il luogo che sempre ha ispirato artisti e poeti, profeti e sognatori, dove spesso la nostra mente, si perde e si ritrova.
Un luogo ideale dove nascono le idee.
La prima gabbia rappresenta le idee e le resistenze che esse trovano nell’atto “del fare” e nell’impresa di farle accettare.
Ma anche la metafora della luce solare, oggigiorno ahimè, filtrata da un cielo carico di smog, polveri e metalli.
Ma la gabbia che contiene questa luce, è anche una denuncia nei confronti della società contemporanea, dell’insieme dei media, della pubblicità, dell’informazione distorta, che tende a bloccare\plasmare, quelle idee che davvero potrebbero portare a migliorare la società.

La seconda gabbietta, è stata invece contenitore di quelle idee che già sono state pensate, ragionate e quindi libere ed in questo caso si manifestano in una cascata di “appunti” che si sono fatti materia caduti in terra ed accumulati come fossero una colonna, un Totem,
Un pilastro fatto di idee, lavori, schizzi, sui quali invece di mettere sopra i piedi, si dovrebbe poter riflettere per poter crescere ed evolversi.








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